"Non è cambiando gli altri che divento più felice, ma trasformando quegli aspetti e quei nodi interiori del mio essere che la mia anima può assaporare pace e amore incondizionato "
Sulla base di queste premesse, ogni volta che mi avvicino ad un testo medico scientifico che parla del sistema immunitario entro in crisi, una crisi profonda.
Il sistema immunitario viene spesso paragonato ad un esercito di anticorpi che ogni giorno mette in atto una guerra contro tutto ciò che viene riconosciuto come diverso e quindi pericoloso.
In un sito dove si parla di sistema immunitario si legge:
Ci sono due tipi di difesa specifica: ·l'immunità cellulare; ·l'immunità umorale. La prima consiste nell'uccidere direttamente le cellule estranee. La seconda, invece, consiste nel produrre proteine (anticorpi) che indeboliscano le cellule estranee e che distruggano gli antigeni e le tossine. http://web.tiscalinet.it/appuntiericerche/Scienze/immunitario.HTML | Dal libro : Alimentazione su Misura di Peter J. D'Adamo si legge: " Il sistema immunitario ha il compito di identificare e accettare tutte le cose che biologicamente ci appartengono e di distruggere tutto quello che non è simile a noi. " " Il sistema immunitario ha due compiti fondamentali: riconoscere <noi> e uccidere <loro> pag. 26 |
Ecco l'opinione di Edward Bach in merito: "La malattia quindi non è né una crudeltà in sé, né una punizione, ma solo ed esclusivamente un correttivo, uno strumento di cui la nostra anima si serve per indicarci i nostri errori, per trattenerci da sbagli più gravi, per impedirci di suscitare maggiori ombre e per ricondurci sulla via della verità e della luce, dalla quale non avremmo mai dovuto scostarci."
(Edward Bach, medico, 1886-1936)
Questo punto di vista, a mio avviso, è molto interessante perchè ci permette di cogliere il concetto di "salute" in una dimensione più sana. Quando il nostro corpo cerca di riequilibrare dei processi che si sono alterati può generare dei sintomi, ad es. una febbre.
Io credo che sia un po' questo il punto di partenza per poterci avvicinare ad una comprensione più salutare del rapporto esistente tra sistema immunitario individuale e sociale, creando un punto di vista più armonico, capace di creare benessere in me e nella società in cui vivo.
Come posso sentirmi un costruttore di pace nella società se credo che dentro di me avvenga una guerra quotidiana contro tutto ciò che è diverso?
Sono malato o il mio corpo sta ricostruendo il suo equilibrio?
La prospettiva cambia e fa la differenza.
In naturopatia si sostiene che è l’ambiente che creiamo nel nostro organismo a determinare la nostra resistenza alle malattie. Se l’organismo è sovraccarico di impurità e tossine, o ci troviamo in una fase emotiva di depressione, i microrganismi finiscono per trovare una porta d'accesso e una piacevole sede in cui moltiplicarsi.
Molti dei suoi principi sono nati dall'attenzione e dall'osservazione dei meccanismi che regolano la Legge di Natura stessa.
Le sue origini possono essere fatte risalire al comportamento istintivo di molti animali che smettono di mangiare quando non stanno bene, cercano il freddo per le parti infiammate e il caldo quando hanno freddo.
Quando il sistema immunitario sociale è forte e in armonia, e le tossine dei mondi di avidità, animalità e collera non hanno una posizione di potere, qualsiasi diversità che entra in contatto con il sistema immunitario sociale non viene necessariamente aggredita, indebolita o addirittura uccisa.
In una condizione sociale sana il diverso non viene ritenuto pericoloso ma si cerca uno scambio basato sul dialogo senza alterare le proprie identità e senza necessariamente confliggere; ma nel caso di un "diverso" distruttivo, che non deve per forza arrivare da lontano, ma può essere già insito nella struttura esistente, come fosse una cellula che impazzisce e produce tumori sociali, il sistema è in grado di fare fronte.
Nel momento in cui sono io stesso ad ammalarmi, qual'è la reazione? Quanto riesco a vedere tutto questo come un'occasione per imparare ed evolvere e quanto invece mi sento vittima?
Io stesso ho dovuto fare i conti con questi temi quando il mio corpo si è ammalato. Mi sono trovato di fronte ad bivio e sono stato costretto a scegliere se farmi schiacciare da una diagnosi che mi categorizzava come malato o se evolvere e imparare attraverso la mia vita una nuova lezione. Ho deciso che sarei diventato un portatore sano di felicità! Ma tra il dire e il fare c'è di mezzo l'universo, che, o lo accogli e ti riconosci appartenente o ti senti talmente piccolo e impotente da sentirsi oppressi e divorati.
Osservando la mia realtà interna e quella esterna mi rendo conto di come il ruolo di vittima-carnefice, che è un tema sul quale da anni lavoro internamente per riequilibrarlo, appartiene anche al tessuto sociale nel quale avevo deciso di piantare le mie radici nel momento in cui sono approdato in questo mondo umano.
Il conflitto che mi sembra di aver riconosciuto è quello esistente tra vittimismo e potere autoritario. E' da tempo che lavoro sulla mia vittima interna, e ora la riesco a riconoscere quando fa capolino dentro di me ed emerge istintivamente attraverso i miei comportamenti, i miei pensieri, il suono della mia voce e le parole che esprimo. Prima pensavo di averla ereditata dal mio sistema familiare, ora sento che si tratta di un' eredità molto più ampia, dato che ovunque mi giri, in misure diverse, noto l'esistenza di questo fertile germe che non sostiene la solidità e l'auto-responsabilità della propria vita.
Ogni volta che qualcuno mostra nei miei confronti un atteggiamento arrogante e autoritario, la mia "vittima" si alza sui tacchi per contrastarlo, per difesa e per paura! Evento per cui non ci sarebbe nulla di sbagliato se dietro questo difendersi non ci fosse una crisi di livelli e subordinazione. Mi spiego meglio, sia nel difendersi quanto nell'aggredire scatta una dinamica di lotta per la superiorità, dove il tutto diventa sbilanciato e non ci si riconosce più come esseri umani di pari dignità, Quello che ho dedotto è che le due espressioni del sé, la vittima e il carnefice coesistono e si stimolano a vicenda nel conflitto tra causa interna e causa esterna, effetto latente e effetto manifesto. Se non riesco a rompere questa struttura di credenze, dove per forza uno deve essere superiore ad un altro, uno ha torto e l'altro ha ragione, non farò altro che rinforzare questa reazione, vincolandola sempre di più al bagaglio delle mie azioni istintive. La nuova azione di contro tendenza che rompe questo schema dipende solo ed esclusivamente da me, a prescindere dalla reazione dell'altro e origina da un nuovo pensiero di sotto testo " Noi due siamo uguali! L'altra faccia della stessa moneta "
Ogni volta che sono riuscito a farlo la risposta è stata decisamente diversa e sorprendente.
Assumersi la responsabilità si può leggere anche come: assumersi il ruolo di essere abile nel rispondere ai fatti della vita.
Nel momento in cui un virus o un battere, o una malattia si esprime dentro di me accade la stessa cosa: mi sento attaccato e aggredito o messo in relazione con ? Mi sento vittima o di fronte a un'occasione? Il mio ambiente cambia ai miei occhi nel momento in cui sradico dal mio cuore o dalla mia mente la radice della mia sofferenza. Io posso agire solo dentro di me!
In passato la mia paura folle della solitudine ha fatto in modo tale che mi facessi attorniare da chiunque pur di non sentirmi solo. Nel momento in cui ho vinto questa paura, l'ambiente intorno a me si è ripulito facendo spazio solo a persone di valore. Ciò è valso sia per l'ambiente di lavoro, delle amicizie ma anche per le dinamiche di coppia e familiari.
Ho potuto sperimentare che ogni volta che rompo dentro di me un vecchio schema ed estirpo alla radice quel credere illusorio che genera malessere, anche dall'altra parte qualcosa cade perché non trova più spazio né forza.
Non siamo fatti per vivere isolati, l'essere umano è un animale sociale e capace di autodeterminarsi, ma la sua crescita e la sua evoluzione sono proporzionali alla sua capacità di relazionarsi agli altri.
L'altro risuona con noi per questo ci si attrae. Il nostro ambiente è fatto di quello che noi pensiamo.
Quando cambia il mio modo di pensare cambiano anche le modalità di relazionarsi all'interno del mio ambiente.
La fisica quantistica da tempo ci racconta di come il pensiero influenza il DNA. "Ciò in cui crediamo determina ciò che siamo " dice Bruce Lipton in Biologia delle Credenze | |
Per la salute avviene la stessa cosa: sono io che devo costruire dentro di me un ambiente sano, nel modo di pensare e nel modo di sentire e nelle azioni che pongo a sostegno della sacralità della vita. La prova concreta sono i risultati delle mie analisi, dove la carica virale del virus che ho contratto 8 anni fa è pari a zero e i CD4 del mio sistema immunitario sono quasi 1000! E' indubbio che la terapia farmaceutica che seguo dal 2007 ha i suoi risultati positivi, ma sono sicuro che se mi fossi limitato alla medicina, avrei lavorato solo sulla struttura e non sarei potuto addentrarmi nella mia essenza vitale.
In base alla mia esperienza e al mio sentire è proprio da questa consapevolezza che parte l'opera di armonizzazione tra sistema immunitario individuale e sistema immunitario sociale.
Se io riconosco che il funzionamento del mio sistema immunitario non agisce indipendemente dal mio modo di pensare e sentire la vita ma, da una prospettiva olistica e sulla base del mio essere buddista, comprendo che tutto agisce dentro e fuori di me in accordo con la mia condizione vitale.
Il sistema immunitario di una persona collerica o avida si muoverà di conseguenza e non potrà muoversi e agire nello stesso modo in cui vive una persona che basa la sua vita sullo sviluppo di amore incondizioanto e un cuore compassionevole e comprensivo.
Il lavoro interiore che ho inizato da un po' di tempo verte proprio sulla trasformazione profonda di quelle credenze che hanno influenzato profondamente la mia condizione, come ad esempio imparare a perdonare gli altri dato che nessuno è perfetto, ma il sentimento di fondo era che io dovevo essere perfetto e lo pretendevo pure dagli altri così come sentivo che gli altri lo pretendevano da me; smetterla di sentirmi vittima delle circostanze esterne piangendomi addosso e assumermi le mie responsabilità e la capacità di tenere io in mano le redini del mio cavallo; il giudizio, tanto giudizio!; sciogliere l'amarezza e il rancore accumulato negli anni per lasciare spazio alla pace. Tutto questo non basta averlo in testa, va portato alla pancia fino ad ogni singola cellula. Il lavoro sicuramente è ancora lungo ma molto affascinante e non ho nessuna intenzione di tornare ad essere com'ero prima!
La mia crescita e la mia ricerca hanno un ruolo centrale nella mia vita ed è questo stesso spirito di ricerca che offro ogni volta che una persona viene da me per ricevere un trattamento o un ciclo di trattamenti. Solo quando l'offerta è generosa di cuore, lo scambio cresce a livello esponenziale.