Il Secondo Chakra: Svadhistana o Chakra Arancione
Situato al centro dell'addome dietro agli organi sessuali.
Il suo colore è l'arancione.
Ghiandole endocrine: le gonadi.
Elemento: acqua.
Parti del corpo o sistemi: l'area della sessualità, la capacità e la volontà di generare, il concedersi le emozioni e il rapporto con il cibo, infatti il suo organi di senso è proprio il gusto.
Cibo, sessualità, emozioni e piacere viaggiano lungo gli stessi binari, cibo e sesso sono controllati dagli stessi ormoni e dagli stessi circuiti neuroendocrini.
Questa chakra pone in stretta dinamica la comunicazione tra corpo fisico e spirito in quanto rappresenta il corpo emozionale.
Nello stato di equilibrio si è perfettamente in grado di realizzare questa comunicazione grazie alla capacità evidente di ascoltare in modo chiaro i bisogni del proprio corpo e quindi scegliere in modo consapevole di cosa nutrirci, sia esso cibo, oppure la decisione di come e con chi trascorre la propria serata o domenica pomeriggio. Lo stesso vale per la sessualità, il nostro corpo sa e conosce che cosa davvero gli da piacere e questo messaggio va ascoltato, non possiamo continuamente reprimere quello che è il nostro piacere e adattarlo costantemente a quello che la nostra società ritiene che debba essere piacevole. Vivere una vita frustrante dal punto di vista sessuale crea veramente tante tensioni a livello di questo chakra e alle parti del corpo in cui la sua azione si riflette..
Quando questo chakra si trova in una condizione armonica siamo in grado di scegliere sulla base del nostro piacere sincero, lo stress per le scelte sulla base del senso del dovere richiede una profonda centratura e capacità di trasformare il dovere in piacere.
Faccio un esempio, andare al lavoro in certi momenti della nostra vita tutto può essere tranne che piacere, soprattutto quando l'ambiente di lavoro non ci nutre o il capo è un insensibile arrogante, a quel punto due sono le cose: o decide di trovare un altro posto di lavoro e trasformare le difficoltà in trampolini di lancio per diventare sempre più forte e trasformare positivamente il mio ambiente. Per realizzare questo secondo passaggio devo credere innanzitutto che cambiando punto di vista e alzando il mio stato vitale posso influenzare positivamente ogni ambiente, ma sempre dentro se stessi si deve passare.
Molto spesso sono le nostre resistenze, che generano forti tensioni nella coscienza, ad impedirci di trasformare gli stimoli negativi del nostro ambiente in occasioni, resistenze che non fanno altro che farci accusare i colpi dall'esterno anche in modo molto pesante. Nella cultura orientale esiste un principio che io vorrei tanto riuscire ad applicare alla mia vita e che troviamo anche in tante discipline come l'Aykido ad esempio, ovvero il principio di non resistenza. Questo principio trova come simbolo il ramo di salice, che durante l'inverno flettendosi sotto il peso della neve se la fa scivolare di dosso per effetto del suo stesso peso mantenendosi così vivo e integro, a differenza dei rami nella quercia che non volendosi piegare si spezzano. Il principio di non resistenza non ci rende passivi e sottomessi, ma ci autodisciplina a non farci schiacciare dagli eventi esterni bensì ad utilizzare la loro stessa forza per liberarcene.
Il suo colore è l'arancione.
Ghiandole endocrine: le gonadi.
Elemento: acqua.
Parti del corpo o sistemi: l'area della sessualità, la capacità e la volontà di generare, il concedersi le emozioni e il rapporto con il cibo, infatti il suo organi di senso è proprio il gusto.
Cibo, sessualità, emozioni e piacere viaggiano lungo gli stessi binari, cibo e sesso sono controllati dagli stessi ormoni e dagli stessi circuiti neuroendocrini.
Questa chakra pone in stretta dinamica la comunicazione tra corpo fisico e spirito in quanto rappresenta il corpo emozionale.
Nello stato di equilibrio si è perfettamente in grado di realizzare questa comunicazione grazie alla capacità evidente di ascoltare in modo chiaro i bisogni del proprio corpo e quindi scegliere in modo consapevole di cosa nutrirci, sia esso cibo, oppure la decisione di come e con chi trascorre la propria serata o domenica pomeriggio. Lo stesso vale per la sessualità, il nostro corpo sa e conosce che cosa davvero gli da piacere e questo messaggio va ascoltato, non possiamo continuamente reprimere quello che è il nostro piacere e adattarlo costantemente a quello che la nostra società ritiene che debba essere piacevole. Vivere una vita frustrante dal punto di vista sessuale crea veramente tante tensioni a livello di questo chakra e alle parti del corpo in cui la sua azione si riflette..
Quando questo chakra si trova in una condizione armonica siamo in grado di scegliere sulla base del nostro piacere sincero, lo stress per le scelte sulla base del senso del dovere richiede una profonda centratura e capacità di trasformare il dovere in piacere.
Faccio un esempio, andare al lavoro in certi momenti della nostra vita tutto può essere tranne che piacere, soprattutto quando l'ambiente di lavoro non ci nutre o il capo è un insensibile arrogante, a quel punto due sono le cose: o decide di trovare un altro posto di lavoro e trasformare le difficoltà in trampolini di lancio per diventare sempre più forte e trasformare positivamente il mio ambiente. Per realizzare questo secondo passaggio devo credere innanzitutto che cambiando punto di vista e alzando il mio stato vitale posso influenzare positivamente ogni ambiente, ma sempre dentro se stessi si deve passare.
Molto spesso sono le nostre resistenze, che generano forti tensioni nella coscienza, ad impedirci di trasformare gli stimoli negativi del nostro ambiente in occasioni, resistenze che non fanno altro che farci accusare i colpi dall'esterno anche in modo molto pesante. Nella cultura orientale esiste un principio che io vorrei tanto riuscire ad applicare alla mia vita e che troviamo anche in tante discipline come l'Aykido ad esempio, ovvero il principio di non resistenza. Questo principio trova come simbolo il ramo di salice, che durante l'inverno flettendosi sotto il peso della neve se la fa scivolare di dosso per effetto del suo stesso peso mantenendosi così vivo e integro, a differenza dei rami nella quercia che non volendosi piegare si spezzano. Il principio di non resistenza non ci rende passivi e sottomessi, ma ci autodisciplina a non farci schiacciare dagli eventi esterni bensì ad utilizzare la loro stessa forza per liberarcene.
A tale proposito ho trovato questo video su youtube molto interessante del maestro di Aykido Ueshiba Morihei.