" Uscire da questa situazione" ha risposto. Abbiamo fatto una costellazione tra noi due e lui mi ha messo in scena come desiderio ed io subito mi sono sentito ancorato a terra ( lui fa maratone e gira in bici: cose che rappresentano la voglia di fuga). Ha messo un cuscino a terra che rappresentava la mamma, Poi gli ho chiesto di essere messo al posto della mamma che subito ha mostrato una grande debolezza. Lui era per lei l'unico sostegno. Dopo è uscito che il nonno si era ucciso. Ho posizionato un cuscino che rappresentava il nonno ed è emersa una grande tristezza. La bella relazione che aveva con la madre era una relazione simbiotica: uno aveva bisogno dell'altro. Da quel momento è stato chiaro che occorreva che lui entrasse nella sua vita e potesse mantenere nel frattempo una buona relazione con la mamma. Ecco un esempio di rapporto simbiotico.
Da quando faccio questo lavoro ho capito che spesso i problemi hanno a che fare con le esigenze simbiotiche e quelle di autonomia. La prima domanda a cui rispondere è: " Che cos'è la simbiosi? "
Questo termine significa " convivenza "... La simbiosi è un processo naturale della vita che risponde a delle esigenze ben precise.Noi esseri umani abbiamo l'esigenza di appartenere ad un gruppo. La nostra psiche è sintonizzata sulla vita di gruppo. Accanto a ciò esiste la paura dell'isolamento e della solitudine e per questo motivo cerchiamo sempre dei contatti con le altre persone. Nel nostro cervello esistono dei neuroni a specchio che ci permettono di intuire immediatamente i sentimenti e i pensieri di un altro essere umano. Questo riconoscimento può avvenire molto velocemente. Nelle costellazioni familiari possiamo vedere quant'è facile immedesimarsi intuitivamente con una persona che magari non conosciamo assolutamente. Inoltre noi siamo sempre disposti a fare molto per la sopravvivenza del gruppo. Perché il gruppo stia bene noi siamo disposti a fare dei sacrifici ( a volte mettendo a rischio la salute o la vita stessa ). Un'altra esigenza è quella di ricevere calore e sostegno da parte di altre persone. Vogliamo che gli altri capiscano i nostri pensieri e sentimenti e che magari ci possano dare dei consigli. Queste non sono solo esigenze dei bambini ma anche degli adulti. La domanda che dobbiamo porci è quella relativa alla qualità delle nostre relazioni: possono esserci simbiosi costruttive o simbiosi distruttive. Come possiamo distinguerle? In una simbiosi costruttiva riesco a distinguere i miei sentimenti da quelli dell'altro. Inoltre entrambe le parti si riconosco un egual valore. Non c'è qualcuno che vale di più o qualcuno che vale di meno. In una simbiosi distruttiva si evidenzia sempre che uno dei due ha più valore di un altro. Il rispetto e l'apprezzamento reciproci sono un sintomo di simbiosi costruttiva. In una relazione distruttiva c'è squilibrio tra dare e prendere.. In una simbiosi costruttiva c'è alla base un sentimento di empatia e la possibilità di dire: " Adesso basta! "
E' diverso dire: " Io ti amo", oppure: " Io ho bisogno di te ".
Le caratteristiche di una simbiosi distruttiva sono la dominanza e la sottomissione. Il sentimento dominante è quello della paura che genera poi aggressività, rabbia ed infine odio. In queste relazioni la separazione è considerata vietata e si teme molto la fine di questa simbiosi.
Ogni rapporto finisce, al più tardi con la morte. C'è chi continua a tenere in vita la memoria di un morto così tanto d non vedere più i vivi. Questi sono alcuni degli elementi che possono farci riflettere sul fatto che stiamo vivendo o meno una relazione distruttiva. Una persona la comprendiamo analizzando il suo intero sviluppo: dalla nascita all'infanzia, fino all'età adulta...
La nostra vita nasce con una simbiosi, quella con la madre per l'appunto. All'inizio si percepiscono solo i sentimenti e non i pensieri.. Ogni bambino è legato alla madre. Il bambino cerca sempre di percepire di cosa può avere bisogno la madre e cerca di darle un sostegno. Possiamo dire che questo legame simbiotico è un dei legami più forti dell'anima. Possiamo porci la domanda: perché alcuni si ammalano fisicamente o psicologicamente ed altri no? Dipende dallo sviluppo di queste due componenti: simbiosi e autonomia... Ma perché spesso in questo processo verso l'autonomia di un individuo spesso qualcosa va storto? Prima di proseguire chiariamo cosa significa autonomia. Essere autonomi vuol dire stare sui propri piedi, sentire la propria forza, avere il gusto della libertà, amare senza voler possedere e senza lasciarci possedere, avere proprie idee e propri progetti. Esiste un'autonomia reale e una pseudo autonomia: ci si può chiedere se si è realmente autonomi e ce ne possiamo solo rendere conto all'interno di una relazione. Se sono autonomo non vuol dire che faccio tutto da solo ma che posso chiedere aiuto senza temere di perdere questa indipendenza. Persone che sono solo apparentemente autonome hanno un senso del proprio valore molto alto oppure molto basso. Spesso il senso d'impotenza il bambino lo assorbe dalla relazione fondamentale con la madre. Il bambino si lega sempre in modo simbiotico con la madre ma non è detto che la madre si rivolga lui con accettazione e amore. Una madre a sua volta traumatizzata trascina il bambino nel trauma della simbiosi perché non è in grado di occuparsi di lui e di vederlo realmente. Ci sono vari esempi di trauma: magari lei ha vissuto la guerra, la violenza, la morte ( trauma esistenziale); oppure ha già perso un bambino in precedenza ( trauma della perdita ). Il trauma provoca una scissione della personalità. La scissione è un meccanismo di sopravvivenza. Quando esiste questa scissione in una persona, tutte le altre persone che hanno che fare con lei sono coinvolte. L'unica cosa che un bambino può fare è adattarsi alle due parti di sua madre, scindendosi a sua volta. Così i bambini possono vivere con dei genitori traumatizzati. Se la cosa si verifica per molte generazioni il problema si amplifica. Questo io lo chiamo Trauma del Sistema.
Sulla base dei miei studi ho sviluppato un modello di personalità: dopo un'esperienza traumatica la persona si scinde in tre parti: una componente sana, una traumatizzata ed un altra che è quella di sopravvivenza. Quando lavoro con un paziente mi chiedo sempre con quale di queste tre componenti ho a che fare. Anche durante una costellazione possiamo accorgerci quale di queste tre componenti è attiva in quel momento. Ogni persone ha delle componenti sane. Pensare che i bambini abbiano solo l'energia dei genitori è un errore.. loro hanno sempre una propria energia vitale, la gioia di svilupparsi, di imparare e di esprimersi...Un bambino traumatizzato può sentirsi solo, abbandonato, aver paura di morire, provare rabbia, dolore e tristezza... Possiamo vedere che queste componenti possono essere irretite in una simbiosi e sono in lotta fra loro. Spesso ci sono bambini che distruggono tutto.. ma non vedono i genitori come esseri reali ma quasi come delle divinità: i genitori vengono idealizzati. A volte gli stessi costellatori idealizzano i genitori e così rafforzano le componenti traumatizzate dei loro clienti. Spesso gli unici sentimenti che il bambino può sentire sono i sentimenti traumatizzati dei genitori.. ed è meglio un contatto attraverso sentimenti traumatizzati che niente.... Le componenti sane dei genitori desiderano il benessere dei loro figli... Molte sceneggiature delle costellazioni tradizionali sono segni di traumatizzazioni. Finché sono traumatizzato non riesco a distinguere i miei sentimenti dai tuoi e non riesco a mettere dei confini. Le dipendenze, come la droga, sono irretimenti simbiotici. Queste modalità spesso si ritrovano nelle relazioni significative in cui si ricrea la simbiosi. Come possiamo fare? Spesso le persone fanno lunghe terapie ma non toccano mai la questione della simbiosi. L'essenziale è la volontà: io voglio finalmente vivere delle buone relazioni fondate su simbiosi costruttive? Occorre anche sviluppare la propria autonomia e distinguere tra realtà e illusioni. Spesso le costellazioni ci fanno vedere le nostre illusioni e ci mettono nelle condizioni di poter compiere poi ulteriori passi avanti. Può essere utile riconoscere che certi sentimenti non sono nostri ma derivano da irretimenti. Anche sviluppare l'autonomia nella sessualità è importante. Spesso si scende a molti compromessi e si accettano relazioni distruttive e dipendenti. Occorre amore per la chiarezza... e consapevolezza di non voler salvare più nessuno: né i genitori, né i clienti, ne chissà chi... La decisione di voler guarire è personale e non può essere il frutto di una costrizione da parte di altri. Le costellazioni sono molto d'aiuto per vedere le proprie scissioni... possono esserci anche altri metodi ma non la sola riflessione. Quando si pensa lo si fa in una sola componente e si perde la figura d'insieme.
Le droghe di solito sostituiscono qualcosa di specifico: alcool e marjuana collegano e tolgono la sensazione di esclusione, la cocaina riempie il vuoto, l'eroina sostituisce il calore che non c'è stato.
Spesso chi è anoressica lo fa per difendersi da una sessualità che è pericolosa: a volte la madre ha subito un abuso o la figlia stessa. La bulimia a volte è un'evoluzione dell'anoressia; può servire a compensare un abuso sessuale subito fin da bambini. Sintomi molto pesanti corrispondono sempre ad un trauma. Però non si può essere troppo schematici: ogni trauma parla la sua lingua. -
Di Franz Ruppert