Quando sei lì, nella pancia e con le mani nella Terra, scopri che il silenzio è dotato di un' altra versione, di altri suoni, odori, altro piacere nel sentire del tatto, e guardi l'altro dalla pancia e nella sua pancia. Improvvisamente un altro gusto sale da sotto la lingua e ha un sapore così agrodolce. Un gusto e un sapore che è dotato di quella capacità di tradursi in parole e nello stesso tempo conosce con naturalità il percorso per tornare a nutrire i villi intestinali.
Penso, o meglio, mi sembra di intuire, che sia la pressione della forza vitale di chi riceve il trattamento che dialoghi con quella di chi offre. Ed è proprio questo dialogo a generare un movimento rivitalizzante. Un movimento che agisce nel corpo e fuori dal corpo e che manifesta quel ponte di interconnessione che sta nella sostanza della relazione.
Nello stare del trattamento shiatsu in realtà si attiva un grande movimento di mente-cuore che ingloba tutto e non separa nulla, semplicemente distingue le parti di quest'unico flusso di Vita.
Questo, proprio questo ogni volta mi commuove nel profondo, questo essere distinti e nello stesso tempo fusi nel Grande Movimento della Vita.
Questo è per me lo shiatsu. Questa è la mia ricerca. Come esprimere quella pressione, perpendicolare, costante e concentrata, che mi consenta di comunicare con l'altro in una modalità rivitalizzante. Esprimere quella pressione, capace di fare breccia nel cuore altrui affinché si apra alla Vita, capace di mostrare la Preziosità insita nel cuore di ognuno di noi, capace di risvegliare alla Gioia di Vivere e di sostenere la direzione verso la Vita.
In quanto entità della Vita siamo come le stelle che di notte si fondono con il cielo, così come noi siamo già fusi con la Vita. Riconoscere questo è rivitalizzante, è energico, apre lo sguardo e ci consente di osservare i nostri sintomi non come effetti bensì come cause per manifestare Vita, la Grande Madre Vita.
Da qui riparto. da questa consapevolezza che acquista sempre più corpo e spazio, e non solo, anche voce, da questo infatti nasce: la pressione delle mani e della voce.
La voce in quanto suono agisce con la sua pressione, la voce come suono che crea valore.
Esiste una parola di origine giapponese, molto conosciuta da chi pratica le arti marziali, ed è KIAI. Questa parola è composta da ki, che significa mente o volontà, e da ai che significa unire o congiungere. Potremmo così definire il KIAI come " manifestazione dell'energia interna con un suono che muove e che unisce ".
Utilizzare la voce come forma di pressione durante il trattamento diventa un canale per dare forma alla forza delle parole che curano. Utilizzare la voce, come shiatsuka, per dare al corpo della persona che riceve il trattamento, la possibilità di raccontarsi e parlarci. In una dinamica di comunicazione circolare, come avviene con lo shiatsu, percepisco che nell'utilizzo della pressione delle mani e della voce il trattamento manifesti un aspetto tridimensionale che nutre e stabilisce una comunicazione profonda tra noi e il nostro corpo e la nostra Vita.