Il mio compagno non mi capisce.
Non mi sento visto.
Il mio lavoro non viene valorizzato.
MI sento invisibile.
Quante volte ce lo saremmo detti e quante altre volte avremmo sentito lamentare da altri tale condizione. Così come avremmo ascoltato frasi del tipo : " Dove trovo lo stimolo ad avanzare e a realizzare se poi i miei sforzi non vengono riconosciuti.
Riconoscere un fatto per quello che è significa anche ammetterlo.
Ammetterci è fondamentale. Riconoscerci come essere umani e ammettere di essere responsabilmente preziosi ed unici. Irripetibili.
Non siamo manifestazioni di difficoltà da superare, dove l'ansia per abbassarsi ha bisogno di far pace con la rassegnazione. Grazie alle difficoltà possiamo esprimere la meravigliosa creatività della Vita.
E' un meraviglia che vibra in ogni singola cellula del nostro essere e si traduce nella qualità e nella precisione delle nostre azioni.
Mi offendo, ogni volta che delego agli altri il diritto di riconoscermi e di farmi sentire importante. Io sono importante.
Mi offendo, ogni volta che di me vedo soltanto il profano senza il sacro.
Mi offendo, ogni volta che aggrappo le mie piccole giustificazioni ai biechi aspetti del mio carattere e non vedo che sono fatto della stessa pasta della Vita. Io sono Vita.
Mi offendo, ogni volta che rinuncio alla possibilità di sentire gioia di vivere al di là delle circostanze esterne. La Grande Vita è talmente fertile da partorire sempre la soluzione migliore quando stabilisco quella Sacra Connessione che mi fa sentire più appartenente e meno ribelle.
Se riesco a lodare profondamente la sacralità della Vita, di cui sono parte integrante, scopro l'alchimia meravigliosa della Legge Mistica di simultaneità di causa ed effetto. Un'alchimia che fa sentire tutti sostenuti e incondizionatamente.
Quando mi abbraccio davvero, come farebbe una madre con un figlio, scopro il bello di abitare il mio posto e dal mio posto agisco nel qui e ora e creo istantaneamente valore.
Non ci sono terre pure e terre
impure di per sé: la differenza sta unicamente
nella bontà o malvagità della nostra
mente.
Scrive nel Gosho Nichiren Daishonin. E' proprio la nostra mente-cuore la chiave di volta per ristabilire una relazione impareggiabile e unica con la Vita, che abbraccia tutti, compassionevolmente e instancabilmente, e ci sostiene dalle radici alle gemme più alte del nostro stare: qui ed ora.
Nel nostro cuore si deve attivare quella caccia al tesoro che non conosce ostacoli e che anela a vedere la Vita.
Questo è il mio punto di partenza verso la rivelazione di un io più vero, più libero, felice e a proprio agio.
Tra le tante vie del capire ne scelgo spesso una: riappropriarmi del reale significato delle parole. Ne cerco l'etimologia e scopro un nuovo modo della sua espressione. Trovo tutte quelle parole che hanno fatto fuori, togliendole dalla circolazione in quanto scomode, poiché avrebbero restituito a tutti noi forza, forza di essere e realizzare. Le parole contengono una forza narrativa e raccontano un vissuto con le immagini e soprattutto, ci rendono liberi di pensare ai mille altri volti della realtà.
Così cercando, di nuovo un'altra parola su cui riflettere e da tradurre in un'azione del mio vivere ordinario, puntando allo straordinario.
Agnizione ! Neppure troppo bella da vedere ne il suono da pronunciare. Poi ho sentito attrazione per quella parola che non avevo mai visto e da bipede curioso l'ho voluta scoprire.
Questa parola sembra trovare le sue radici ai tempi di Aristotele e dell'antica tragedia greca. Si tratta del momento in cui, dopo una lunga suspense il personaggio rivelava la sua vera identità , il pathos era al massimo e le dinamiche della sceneggiatura venivano scoperte.
A quel punto mi è venuto spontaneo chiedermi : " Ma tu quando agnoscerai te stesso? Quando ti riconoscerai ? "
Riconoscere è uno dei sinonimi di agnoscere.
Così, nel mio anelare a contattare la Vita, per vibrare con Lei, scelgo di anelare all'agnizione e di viverla con il massimo godimento di pathòs.
Si tratta di quel momento che cerco quando prego per poterlo esportare nel resto del vivere, si tratta di quel momento in cui ti specchi davvero con la Vita e ti riconosci a essere come tutti gli altri Vita !
Non c'è un essere umano meno Vita di noi né, più Vita di noi. Siamo tutti Vita. Se riconosco questo, mi connetto e sento gioia. E' quell'istante di gioia che fa la differenza perché non ti abbandona più e si traduce in nuovo atteggiamento nella qualità dello stare e più abilità a rispondere ai fatti della vita, questa è anche la responsabilità.
E chissà come sarà andata al lupo che nello specchiarsi vede riflesso un piccolo budda tra due mani. Chissà cosa avrà colto il Lupo. Forse ha capito che quello che tengono tra mani gli uomini mentre pregano, è il piccolo budda che abita il loro cuore. Chissà, come sarà andata a quel lupo ?